Salve amico imprenditore.
Il post di oggi è dedicato ai problemi di comunicazione che fanno capo a tutte le neo società (non necessariamente le Ltd) soprattutto quando hanno a che fare con la banca (o le banche) con la quale quella società ha il conto corrente.
Riceviamo frequentemente messaggi in cui molti imprenditori come te sono arcistufi di avere a che fare con la burocrazia bancaria, infinita e complessa.
Vorrebbero richieste sintetiche e poco articolate, possibilmente alle quali rispondere con un semplice sì o no.
Per onestà intellettuale devo chiarire che questi imprenditori non sono soltanto italiani ma anche britannici e di altri paesi!!!
Questa volta mi tocca ammettere che il problema di cui sopra attiene a qualunque giurisdizione dove le banche sono presenti.
Questa affermazione richiede un brevissimo antefatto.
Dopo il 2001, a causa del dilagare di attentati terroristici da parte di varie organizzazioni diffuse in tutto il mondo, i governi dei vari paesi si sono accorti che i fanatici che stanno dietro a questi attacchi sono persone molto ben finanziate.
A volerci far caso un terrorista necessita di addestramento, pianificazione e mezzi per mettere in atto i suoi piani.
Per tutto questo ci vogliono un bel po’ di quattrini, che spesso venivano (e purtroppo vengono tutt’ora) elargiti da altri ricchi fanatici con sede all’estero.
Il risultato di tutto questo è stato un progressivo irrigidimento di tutte le regole di scambio bancario.
Ormai le maglie degli istituti di credito si sono drasticamente ridotte per paura che un qualsiasi pagamento, pur sembrando innocente, possa essere la fonte di reddito di qualche altro pazzoide.
Ciò chiarito, se ti stavi chiedendo perché le banche ti fanno sempre mille domande e mille problemi, quella qui sopra è, in definitiva, la risposta.
Negli anni, per contrastare questo fenomeno, oltre a quello del riciclaggio di denaro di provenienza illecita (anche questo fenomeno è diffusissimo da tempo immemore) è nata la cosiddetta “compliance antiriciclaggio”.
Questo nome altisonante altro non è che un sistema di controllo messo in piedi da molti paesi del mondo (in collaborazione tra di loro attraverso trattati, convenzioni e quant’altro) per mettere un freno allo spostamento di denaro sporco da un paese all’altro. Evito di dirti quali sono le leggi di riferimento perché credo ti interessi poco.
Quello che a te interessa (dato che sei una persona onesta e non vuoi dare o ricevere denaro per far saltare in aria nessuno) è trovare un modo per limitare il più possibile questi problemi di burocrazia e comunicazione con le banche.
Allora qui di seguito ti riporto un breve prontuario di ciò che ti serve ricordare per tenere le interferenze bancarie sotto il livello di guardia:
Non puoi rispondere ad un funzionario della banca “Fatti i cazzi tuoi”.
So già che questo è il sogno proibito di molti come te (e qualcuno lo ha anche fatto per davvero), e proviene dall’assecondare un istinto naturale come quello alla privacy. Purtroppo non si deve fare, a meno di volersi vedere il conto chiuso il secondo dopo. Quando la banca chiede determinate informazioni lo fa sempre sulla scorta dei principi che ti ho illustrato prima quindi necessita sempre di una risposta (e che sia credibile).
Nella maggior parte degli stati del mondo, gli organigrammi societari sono pubblici (o facilmente reperibili pagando cifre irrisorie) quindi la banca (dotata di strumenti all’avanguardia per il tracciamento) sarà sempre a conoscenza di qualsiasi cambio o successione nella gestione o nell’azionariato della tua società.
Le banche inoltre hanno l’obbligo di procedere ad una periodica revisione di tutti i conti correnti.
Quindi se durante il corso della tua vita societaria ti capita di cambiare amministratore o azionista o qualunque altra figura appaia su una normalissima visura camerale, ti consiglio di informare immediatamente la banca, senza aspettare che se ne accorgano da soli (perché se ne accorgeranno).
Se non dovessi farlo innescheresti un sistema di domanda e risposta che metterà il funzionario di turno sul chi vive (queste persone sono addestrate e dubitare che tu sia chi dici di essere).
Nel momento in cui i cambiamenti societari avvengono, la semplice comunicazione alla banca non basterà.
Se, per esempio, l’Amministratore Unico della tua società dovesse lasciare l’incarico (o venisse da te rimosso per qualsiasi ragione) tieni a mente di tenere una copia firmata della lettera di dimissioni (o licenziamento) nel caso la banca volesse sapere il perché del cambio alla direzione (sì, è una cosa che succede più spesso di quanto pensi e no, non puoi rispondere “Fatevi i cazzi vostri”).
La nuova figura entrante (Amministratore o azionista che sia) dovrà mostrare alla banca tutta la documentazione comprovante la sua identità e la sua residenza (se vuoi info dettagliate ti rimando a uno dei post dei giorni scorsi dove ho parlato approfonditamente di questo).
Tieniti pronto ad un incontro faccia a faccia laddove ti venisse richiesto.
È uno dei principi della compliance antiriciclaggio, le banche hanno diritto a richiederti un incontro per conoscere la persona (o le persone) con cui hanno a che fare.
Tieni a mente che ciò che credi la banca abbia diritto di sapere e ciò che la banca vorrà sapere in concreto sono su due pianeti diversi.
La banca ovviamente ha il coltello dalla parte del manico (perché sei tu ad avere bisogno di loro e non viceversa) e ne è consapevole. Quindi a volte la sua curiosità può spingersi oltre la linea di quello che tu consideri accettabile.
Questo è il caso in cui devi armarti di diplomazia e buon senso, senza dare per scontato che quella linea non verrà mai oltrepassata.
Come sempre, se desideri approfondire la cosa ti invito ad iscriverti al gruppo Facebook “ ” e seguire il nostro webinar dove tratteremo di questo e molto altro: https://www.limitedforbusiness.com
Passo e chiudo.
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