Salve a tutti,

Perché non parliamo un po’ di internazionalizzazione, società Ltd e pubblicazione di libri su Amazon?

Sì, è vero che già ne abbbiamo parlato qui e qui, ma repetita iuvant!

Più precisamente oggi ci occuperemo di self publishing e della modalità con la quale evitare che molti degli account che si creano sulle piattaforme dedicate (come KDP e ACX) vengano bloccati o congelati così come eventualmente i conti correnti associati a detti account.

Il self-publishing abbisogna di una breve introduzione, soprattutto a seguito di questa emergenza che si è creata negli ultimi mesi di chiusura massiccia degli account Amazon.

Il self-publishing è uno degli strumenti più efficaci di vendita online o di business online in generale, grazie al quale praticamente si può restare fermi nello stesso posto e essere soggetti ad un flusso di cassa relativamente costante. Una precisazione da fare è che il self publishing non è e non sarà mai un business di cosiddetta rendita passiva. Chi vi dice questo vi sta dicendo una sciocchezza.

È un business, comunque, che ha delle ottime potenzialità, degli ottimi spunti, delle ottime capacità. Però naturalmente deve essere portato avanti con serietà e “commitment” (con impegno, per così dire) per tutto il tempo in cui si vuole guadagnare. Se non siete intenzionati a mantenervi saldi e costanti allora potete anche lasciar perdere e restare comodamente seduti senza far nulla, perché tanto non arriverete a nulla.

Il self-publishing tramite una Ltd è estremamente conveniente in quanto soggetto ad una tassazione molto agevolata rispetto a tanti altri paesi (19%) e beneficia di una lunga serie di vantaggi burocratici amministrativi e credibilità internazionale. Un altro vantaggio è relativo all’IVA, che nei business di vendita di ebook è equivalente a zero. Occhio però a non cadere in un grosso equivoco (che viene sostenuto da qualcuno che non stiamo qui a riportare) ossia che la partita IVA (in quanto non obbligatoria per i fatturati annuali al di sotto delle £85.000) non ha alcun bisogno di essere aperta.

Questo è un grandissimo errore!

Infatti, premesso che la legge britannica, a differenza di quella italiana, prevede che al momento dell’incorporazione venga rilasciato un numero di incorporazione, tale numero è totalmente diverso dal numero di partita IVA (non per nulla si chiama Incorporation Number). Questo numero di incorporazione è l’unico che serve a riconoscere la vostra società nel mare magnum di tutte le società. Ma quel numero non ha nulla a che fare con la partita IVA o con le dichiarazioni IVA. Non ha nulla a che fare con la fiscalità in generale. È un numero che viene rilasciato soltanto per il riconoscimento della vostra società nell’oceano di tutte le altre società, per essere sicuri che la vostra compagnia sia unica.

Fine della storia.

Quindi non ha nulla a che fare con la partita IVA. La partita IVA (VAT), viceversa, è il numero attraverso il quale poi si procede davanti alla HMRC (il fisco britannico), alla dichiarazione di tutte quelle che sono le operazioni imponibili che vanno a ricadere al di sopra della soglia IVA, Quindi se voi siete un’azienda che in dodici mesi non fattura mai al di sopra delle 85.000£, non avrete l’obbligo di aprire la partita IVA.

Perché questo excursus sulla partita IVA?

È molto semplice. C’è chi vi dice che il libro elettronico è esonerato dalla dichiarazione IVA o peggio ancora, che non avete neanche l’obbligo di aprirvi la partita IVA. Questa è una grande sciocchezza che dovete rimuovere dalla vostra testa il più presto possibile perché il fatto che l’IVA sugli ebook sia zero è cosa molto diversa rispetto al pensare di essere esonerati dalla dichiarazione IVA. Quindi significa, nel caso di specie, che per chi fa self-publishing e riesce ad avere un fatturato un fatturato al di sopra delle 85.000£, ha il dovere di registrarsi per la partita IVA e fare la dichiarazione IVA (una dichiarazione pari a zero)

Chi non si mette in regola con questo principio viene puntualmente multato (anche piuttosto salatamente). Quindi rimuovete questa sciocchezza dalla vostra testa.

Un altro vantaggio di operare tramite la Ltd britannica è che questo tipo di azienda ha la possibilità di potersi iscrivere sulla piattaforma ACX. Naturalmente chi di voi risiede in Italia e già fa magari self publishing da un po’ di tempo, è consapevole che, per quanto riguarda il conto su Kindle Publishing, questo obbligo non sussiste.

Mentre su KDP è possibile iscriversi alla piattaforma in qualsiasi località ci si trovi e si risieda, per la piattaforma ACX bisogna essere residente in una manciata di stati (tra cui l’unico europeo è proprio il Regno Unito).

Questa è la ragione per cui molti self-publisher hanno scelto di incardinare la propria società a Londra (non soltanto questa città, a livello concettuale e psicologico, è un luogo nel quale ci sentiamo più vicini, ma, soprattutto, in termini geografici è distante solo un paio di ore di volo dall’Italia).

Su questo punto dobbiamo però far notare che la tendenza di molti self-publisher è di creare delle LTD fittizie, interamente gestiti dall’Italia e interamente relative all’Italia, avendo soltanto un misero straccio di ufficio virtuale nel Regno Unito. Il tutto avendo come unico referente finanziario un account Wise grazie al quale credono di aver risolto la situazione. E alcuni formatori Italiani cadono proprio in questo errore.

Inutile sottolineare che questo approccio non solo è sbagliato ma è anche illegale. Sappiate che questa condotta, in un lasso di tempo medio, vi creerà un bel po’ di problemi

Un ulteriore vantaggio per chi prende la residenza nel Regno Unito è quello di sfruttare il vantaggio del pound nel cambio valute con l’euro.

Ora veniamo ad un altro aspetto fondamentale ossia scegliere se optare per l’apertura di una limited o affidarsi ad una agenzia che si trova già presente sul territorio.

A questa domanda non esiste una risposta universalmente giusta. Questo perché dipende tutto dalla vostra situazione personale e soprattutto dal desiderio che avete di intraprendere questo business a un livello professionale. Il self-publishing è una di quelle attività che bene o male varia nei profitti a seconda anche del tempo profuso in relazione ad esso. Per molti il self-publishing è una seconda attività rispetto al loro lavoro di dipendenti. Se ne occupano principalmente nel tempo libero e arrotondano lo stipendio con quello che guadagnano.

Questo tipo di persone non hanno la possibilità materiale di approfondire come si dovrebbe questo business, sviluppare nuove idee, nuove keyword, ecc. Quando questo accade e si sa di non avere il tempo materiale per potercisi dedicare pienamente, sarebbe più opportuno andare per il tramite di un’agenzia.

Altra cosa invece se si ha un vero e proprio business. In questo caso aprire una Ltd è la scelta più sensata. Farlo (e farlo bene) richiede di certo uno sforzo in termini amministrativi, gestionali, burocratici assai più elevato rispetto all’affidarsi a un’agenzia, ma porta anche a notevoli guadagni in più.

Per il momento è tutto!

I vostri Money Lawyers!

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