Investigazione per prelievi e depositi sopra i 10 mila euro?
Caro amico imprenditore,
Il breve post di oggi è per tenerti al corrente di una novità che gli imprenditori (quelli veri naturalmente) hanno bisogno di sapere e tenere a mente laddove decidano di proseguire la loro attività in Italia nel prossimo futuro.
Per farla breve, quello che in diversi video andavo prevedendo (controllate pure se non mi credete) si è ora verificato.
Dato che l’Italia è nota per il suo tempismo, sono pochi giorni che vengono inaspriti i controlli sul flusso di denaro contante versato e prelevato ogni mese dai vostri conti correnti sulla scorta delle leggi europee che molto a lungo abbiamo ignorato.
Se in un mese vi troverete a prendere o depositare denaro contante in misura maggiore di €10.000,00 (dieci mila euro) la banca avrà la possibilità di far partire una investigazione immediata su di voi e le vostre fonti di reddito.
Quello che non viene pubblicizzato (ma che accade con una frequenza che nemmeno immaginate) è che queste investigazioni possono essere fatte partire automaticamente (quindi senza avvisarvi immediatamente).
Spesso il titolare del conto corrente in questione viene avvisato dei controlli soltanto dopo che essi sono stati ampiamente ultimati dalla banca (la quale sarà già pronta a chiudervi il conto e trasferire tutta la documentazione alla magistratura…. Sì, possono farlo).
Perché questo sta accadendo?
Semplicemente perché sul finire del mese di luglio 2019 la Commissione Europea ha pubblicato quattro Report (nei quali l’Italia, ahinoi come di frequente, ne è uscita a pezzi) che auspicano come i precetti della quarta e quinta direttiva europea antiriciclaggio (quest’ultima che dovrebbe essere definitivamente implementata entro il 2020) verranno finalmente messi in pratica presso tutte le nazioni dell’Unione.
Piccola nota di servizio: la quinta direttiva europea (che come avevo accennato, tratta di criptovalute) ha anche, in linea pratica, rafforzato i poteri delle banche come veri e propri “enti legislativi”.
Già perché, essendo i criteri da applicare estremamente generici nella loro severità, danno agli istituti di credito la possibilità di dettare regole uniformi che saranno come vere e proprie “leggi” (nella realtà infatti, le banche, quelle vere – non le piattaforme convenzionate che credete siano banche – hanno una politica non pubblica di decidere tutte insieme quali regole applicare ai correntisti).
Ma non è tutto.
La direttiva, che ad un anno dalla sua emanazione adesso verrà progressivamente ad essere applicata nell’ordinamento italiano, prevede la possibilità (in pratica) per le banche di cessare i relativi rapporti con gli enti creditizi di quei paesi che non dispongono di adeguate normative antiriciclaggio, AML/CTF (Anti Money Laundering/Counter Terrorist Financing, ovverosia anti riciclaggio/attività finanziarie contro il terrorismo).
Quali sono questi paesi?
La direttiva sostiene che la Commissione Europea può individuarli per il tramite degli atti delegati secondo i criteri espressi dalla direttiva stessa.
Ma a questo proposito è inutile negare che ai nostri amici appassionati dell’off-shore dovrebbe suonare qualche campanello (stop transazioni con l’Europa).
Se ne vuoi sapere di più, come sempre, ti invito alla nostra masterclass dove trattiamo di questo e molto altro.
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Passo e chiudo
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