Brexit, la verità
Oggi abbiamo deciso di parlare nuovamente della Brexit perché alcune domande che ci vengono tutt’oggi poste vertono sempre incontrovertibilmente sullo stesso argomento, l’immortale, il sempiterno e sempreverde: l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, come agglomerato sociale, politico ed economico.
Sembrerebbe che, benché i fatti abbiano dimostrato e continuino a dimostrare che la brexit è stata un successo per il Regno Unito, perché sta scalando le vette delle classifiche che riguardano l’ indice di libertà economica di una nazione e tante altre tabelle reddituali, ancora si sente dire in giro che questa brexit, dopo il periodo transitorio, porterà a un’invasione di cavallette e altre assurdità.
A noi non piace fare il profeta in terra Patria, ma come abbiamo scritto molte volte su questo argomento, la brexit non soltanto non costituirà nessuna Apocalisse biblica Come viene citato a destra e a manca, anche da fonti poco discutibili, ma può rappresentare un’incredibile opportunità per gli investitori esteri (imprenditori).
Adesso, tu potresti anche non fidarti della nostra parola, ma ti devi fidare dei fatti.
I risultati economici degli UK, al netto del problema mondiale del corona-virus, sono che l’Inghilterra sta crescendo a livello produttivo, sta crescendo a livello reddituale e si stanno ponendo le basi per ottimi investimenti in terra britannica, il pound (la sterlina) non si è affatto svalutato enormemente, non è crollato in borsa e, nell’imminenza del periodo di uscita effettiva, si è addirittura rivalutato.
Abbiamo già chiarito che la brexit altro non è che l’uscita di un paese dall’Unione Europea e non è nella fine dell’Unione Europea che vi è il problema, infatti il livello produttivo migliorato semplicemente è consistito in una ripresa economica da parte del Regno Unito proprio perché esso, per la sua conformazione sia tecnico-giuridica che economica, ha preferito uscire dall’Unione Europea e i risultati di questa uscita si stanno vedendo già da adesso che ancora non si è concretizzata del tutto e si continueranno a vedere anche dopo che l’uscita ci sarà formalizzata una volta e per sempre.
Quindi per chiunque vuole investire nei paesi di Common Law in generale, ma nel Regno Unito in particolare, questa è un’ottima occasione, un tempo storico estremamente propizio, per procedere, prima che sia troppo tardi.
Negli scorsi mesi le notizie sulla brexit vengono riportate da quotidiani italiani che prendono informazioni da quotidiani francesi o da quotidiani tedeschi o quotidiani norvegesi, ma non si può realisticamente pensare che le informazioni in relazione agli interna corpora di una nazione possano provenire da una nazione terza, questo è semplicemente ridicolo ed è del tutto assurdo!
In internet si leggono un sacco di cose, tutti sembrano avere una cura miracolosa, nonostante sembri che ci sia una cura miracolosa, siamo qui a parlarne proprio perché non si capisce quale sia.
Quindi cerco di spiegarti come funziona.
Ti sei mai chiesto che cos’è la brexit?
Niente più che il Regno Unito che ha lasciato l’Unione Europea.
Semplicemente è il nome dato a una cosa per dire “usciamo dall’Euorpa”. Ora, soprattutto in questo momento, quanto vorrebbero la maggior parte degli italiani uscire dall’Europa? Perché ci sta condizionando, gli aiuti economici sono pochi e sottoposti ad alti tassi di interesse e i nostri figli e genitori muoiono negli ospedali senza che noi possiamo far nulla, chiusi nelle nostre case. In questo momento tutti vorrebbero uscire dall’Europa, noi per primi.
Gli inglesi, che sono stati molto più furbi e pragmatici, perché sono dei mostri di business, insieme agli americani, e lo dice la storia, sono usciti dall’Europa, anche se non vi sono mai stati davvero, vedi il non aver mai adottato l’euro.
Quindi, esattamente come la Cina, esattamente come l’America, anche il Regno Unito dice “Io sono sovrano di me stesso e quindi cosa voglio? Voglio che gli imprenditori entrino in Inghilterra (così come scelgono Dubai o altri paradisi fiscali), portatemi i vostri soldi nelle mie banche e io vi agevolo con la tassazione bassissima, al 17% ora (e che si abbasserà ancor di più), e io con quei soldi li investo, faccio speculazioni e li uso per migliorare lo stile socio econominco della mia nazione”.
A te questo non deve fregartene perché è lo stesso che avviene in Italia con la tua banca, solo che in Italia ti uccidono di tasse e ti danno interessi bassissimi.
L’Inghilterra è felice che tu gli porti i soldi perché il paese cresce e le tasse possono abbassarsi ancor di più: ecco perché la brexit è il tuo miglior momento.
Altrimenti perché altri imprenditori stanno investendo qui nel Regno Unito? Sono tutti rimbecilliti?
Tra il 60%, che paghi adesso in Italia, e il 17% che pagherai nel Regno Unito vi è più del 40% di differenza che può restare nelle tue tasche invece di darlo ad altri che si pappano i tuoi soldi. Tu vuoi essere padrone del tuo denaro o vuoi darlo a qualcun altro?
Vedi, tu adesso sei parte dell’elite di imprenditori che stanno approfittando di questo propizio momento storico.
Ascolta, l’Inghilterra è più brava a gestire il denaro, mentre qui sono più bravi a fotterti il denaro, vuoi continuare a farti fottere?
Arriviamo al dunque: hai mai sentito parlare della personalità giuridica della società di capitali?
Probabilmente sì.
Una volta che la società è stata incardinata, essa è un’entità a sé stante, è una persona giuridica che non ha nulla a che fare con te e cammina separatamente rispetto a te.
Tu, naturalmente, sei l’azionista o uno degli azionisti, forse anche il direttore, tuttavia non devi mai pensare che la tua persona sia da confondere con la personalità giuridica di una società.
Quindi le società che sono incorporate in UK sono parte del sistema britannico a prescindere e restano come tale soggetti di diritto nel Regno Unito (poco importa chi siano gli azionisti o il direttore).
Questa domanda, a onor del vero, mi viene rivolta spesso da chi non ha neanche la più pallida idea di che cos’è una società.
Tu che sei un imprenditore o aspirante tale dovresti sapere che la società marcia con i propri piedi a prescindere da te.
Alcuni più esuberanti chiedono anche “Io sono italiano e c’è la brexit. Posso essere azionista della società in Inghilterra?”.
A questi rispondo sempre di pensare a Flavio Briatore o personaggi simili. Briatore è cittadino italiano ed ha partecipazioni azionarie, non voglio esagerare, in un centinaio di società sparse per il globo pur senza avere la cittadinanza di tutti e 100 i paesi in questione.
Credo che questo esempio risponda ampiamente alla domanda.
Non so se ci hai fatto caso, ma è da diversi mesi che gli organi di stampa italiani riportano con insistenza che l’Inghilterra è sull’orlo di un baratro economico per via della brexit.
“Dio mio chi se ne va di qua, chi se ne va di là, le aziende scappano, le persone vanno in fallimento, le persone fanno incetta di farmaci perché tra poco comincia l’apocalisse” e via dicendo.
Un esempio di quanto detto sta in un articolo del Sole 24 Ore di qualche tempo fa dove si parlava dell’offerta recente fatta dalla borsa di Hong Kong al London Stock Exchange Group.
Quest’ultima, casomai non lo sapessi, è praticamente una società privata che possiede la borsa di Londra, la seconda borsa più grande del mondo dopo quella di New York (e possiede anche Piazza Affari, per tua informazione).
A fronte di quell’articolo che valutava quell’evento come una conseguenza delle prospettive apocalittiche dell’Inghilterra, avevamo sommessamente rilevato in un post lasciato su Facebook alla pagina SAPE: Limited For Business che quella proposta secondo noi non avrebbe avuto futuro, e così è stato.
Infatti 2 giorni dopo è stata respinta al mittente.
Quando la scadenza del 31/10/2019 è stata ulteriormente posticipata, il Sole 24 Ore ha visto un radicale mutamento sulle considerazioni a proposito della brexit.
Adesso la Brexit è vista come un momento topico con la possibilità che Londra diventi un nuovo paradiso fiscale, sulla scorta di Singapore (The Singapore Scenario).
Praticamente la catastrofe nucleare che doveva arrivare non ci sarà più.
Anzi addirittura adesso la paura è che ad essere intimorita da un punto di vista economico è proprio l’Europa, stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore.
Le autorevoli fonti giornalistiche che davano il Regno Unito per spacciato ora si sono ricordate che Londra ha le carte in regola per continuare ad essere la capitale degli scambi finanziari tra gli Stati Uniti e l’Europa anche dopo la brexit.
Ma davvero Londra diventerà un paradiso fiscale?
Come sempre la verità sta nel mezzo.
Per quanto nessuno è in possesso della palla di cristallo possiamo dirti che, anche laddove la Brexit avvenisse, il Regno Unito procederà comunque ad una serie di manovre di salvaguardia.
L’abbassamento dell’aliquota fiscale (dal 19% al 17%: https://www.gov.uk/government/publications/corporation-tax-to-17-in-2020) sarebbe dovuta essere una di queste (poi l’epidemia e la conseuente crisi economica dovuta al covid ha rimandato la misura).
La ragione per cui molti osservatori vedono questo evento come qualcosa di sbagliato, lo fanno sulla scorta di ragioni psicologiche e sentimentali.
Sulla scorta dell’idea di una bella famiglia europea unita e felice.
In termini imprenditoriali, invece, questo è il momento in cui si deve investire in UK perché vi è un’economia fiorente che procede sempre a ritmi serrati.
Quindi, le possibilità di sviluppo e di business vengono fuori come funghi e la credibilità internazionale è comparabile solo a pochissimi altri paesi nel mondo (nessuna blacklist e flessibilità commerciale enorme).
Da quando c’è stato il referendum sulla brexit ad oggi le incorporazioni sono aumentate di oltre un milione.
Quindi un milione di imprenditori, dopo il referendum del 2016, sono venuti qui ad investire e stanno ancora investendo.
Alla fine del periodo di transizione torneranno gli accordi bilaterali, quindi per una determinata serie di merci vi saranno gli accordi bilaterali stipulati tra Italia e Regno Unito che entreranno automaticamente in azione.
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