Brexit
Buonasera amico imprenditore.
Il post di oggi è incentrato sul tema della Brexit.
Ultimamente, non so se te ne sei reso conto, ma si sta scatenando una sorta di psicosi intorno a questo argomento.
Un po’ come per l’elezione di Trump negli Stati Uniti o quando fu eletto Berlusconi in Italia.
Tutto quello che di brutto o discutibile accade è/era COLPA LORO.
Quindi se l’economia ha un’inflessione o la valuta ha delle oscillazioni la responsabilità è tutta dei britannici che hanno inopinatamente scelto di lasciare l’Europa.
Sulla scorta di stupidaggini come questa sono titolate le prime pagine dei quotidiani italiani, che stanno disboscando l’Amazzonia solo per parlare di aria fritta.
È di questi giorni un pezzo di Repubblica che parla di come la Brexit sia l’incubo dei turisti inglesi all’estero.
Un altro di qualche tempo fa parlava di una sorta di sommossa popolare per prendere d’assalto le farmacie britanniche per fare scorta di insulina.
Non ho la pretesa di avere la verità in tasca ma vivendo in Inghilterra da più di 10 anni posso dire una cosa: il 99% delle cose che vi vengono raccontate sono mistificazioni, esagerazioni e, in alcuni casi, vere e proprie PALLE.
Le fluttuazioni della moneta e dell’economia ci sono sempre state e ci saranno sempre.
Come ogni fenomeno di rilevanza internazionale ha molteplici cause e molteplici effetti.
Quindi chiunque scriva che tutto quello che succede in Europa è da rimandare all’effetto Brexit o è un bugiardo oppure non ha la più pallida idea di cosa sta parlando.
I prezzi sono aumentati moltissimo in 8 anni e questo a prescindere dalla Brexit.
Come si può vedere dai dati bancari le fluttuazioni della moneta erano belle grosse, e questo anche in periodi in cui la Brexit neanche era stata concepita.
Quindi far discendere tutto dalla Brexit è sbagliato ed intellettualmente disonesto.
La Brexit di sicuro incentiva alcuni fenomeni, ma non ne può essere la causa.
Anche perché chi lavora nel settore finanziario sa che a livello societario, salvo alcuni rami merceologici, non cambierà un gran ché.
Ci si dimentica sovente che questo rincaro sta avvenendo un po’ in tutta Europa ed è effetto della politica protezionista statunitense, russa e mediorientale.
Non vi è non veda come le cause sono varie e diverse.
Dire solo “è colpa della Brexit” è assolutamente fuorviante oltre ad essere inesatto.
E voglio che tu rifletta su una domanda: e se la Brexit fosse una fantastica opportunità per chiunque abbia desiderio di internazionalizzare il proprio business (senza ricorrere alla esterovestizione)?
Vedi, probabilmente anche tu nelle ultime ore sarai stato letteralmente travolto da milioni di articoli di giornale che ricalcano tutti fondamentalmente la stessa notizia:
La sospensione del parlamento britannico.
Cosa vuol dire?
E che cosa cambia per te?
Il significato è piuttosto semplice.
Boris Johnson, ha raccolto una delle prerogative del premierato e ha chiesto formalmente alla Regina di attivare un potere monarchico, ossia quello di sospendere i lavori parlamentari per un determinato lasso di tempo.
Questo atto, che non deve essere minimamente confuso con quello del Presidente della Repubblica che ordina lo scioglimento delle camere, è stato visto di cattivo occhio da moltissimi membri dell’informazione e della politica.
Questo perché il potere esercitato dalla Regina viene solitamente usato in circostanze eccezionali (crisi politico-militari imminenti, eccetera).
Perché Boris Johnson ha agito così?
La risposta breve è:
Per togliersi l’opposizione parlamentare di torno e condurre le trattative sulla brexit in proprio.
Così facendo infatti Johnson ha la possibilità di presentarsi in Europa mettendo sul piatto la possibilità di una hard brexit (o brexit No Deal, come la chiamano alcuni).
Adesso mettiamo da parte qualsiasi considerazione politica sull’argomento.
Questo articolo non è teso a dare giudizi ed indicare se tutto ciò è giusto o sbagliato.
Tu sei un imprenditore e come tale sei interessato soltanto agli effetti che tutto ciò potrebbe produrre sulla tua azienda all’estero.
Senza avere minimamente la presunzione di avere la sfera di cristallo, posso dirti che i negoziati sulla brexit, a prescindere dal loro esito, sono per chiunque voglia investire in Gran Bretagna, al momento, una ottima opportunità.
Infatti, volendoci soffermare sulle conseguenze pratiche, una eventuale hard brexit, contrariamente a quanto pensi, rappresenta per gli imprenditori come te la possibilità di ottenere condizioni ancora più vantaggiose per il loro investimento in terra Britannica.
La ragione per cui gran parte dell’establishment inglese non vede di buon occhio una possibile brexit senza accordo è perché sanno già che in questo caso sarebbero costretti, per far convergere gran parte dell’economia mondiale nelle loro casse, a fornire condizioni imprenditoriali ancora più ottimali (e già lo sono parecchio, come ho avuto modo di mostrare nei miei articoli) di quanto non lo siano già.
Con questo non voglio assolutamente dire che spero in un hard brexit (in quanto i negoziati darebbero al mondo dell’impresa una ragionevole visione di assieme rispetto alla comprensibile opacità dei rimedi che si dovrebbero adottare in caso di un no Deal).
Tuttavia, mi auguro che tu riesca a guardare alle notizie che ti vengono fornite dal mondo dell’informazione sempre con sguardo critico e a renderti conto che quello che ti propinano come un terribile scenario può nascondere per te e per il tuo business opportunità incredibili.
Ascoltami, quando il Regno Unito lascerà definitivamente l’UE, gli accordi bilaterali con tutti gli Stati membri dell’UE per evitare la doppia imposizione continueranno ad applicarsi così come già si applicano ora.
Il Regno Unito ha da tempo firmato accordi bilaterali con diversi paesi per evitare la doppia imposizione fiscale. La maggior parte delle imprese con sede nel Regno Unito non paga l’imposta sulle società per i dividendi esteri.
Hai mai sentito parlare del Singapore-on-the-Thames scenario?
È uno studio secondo il quale dopo la Brexit, il Regno Unito diverrà un vero e proprio paradiso fiscale in quanto a tasse.
Fino a poco tempo fa si parlava a più non posso di una imminente crisi economica Britannica, delle sue imprese e del suo popolo (qualcuno aveva addirittura usato l’espressione “baratro”).
Adesso invece che ci si sta avvicinando sempre di più alla fatidica data dell’ipotetica brexit, si è passati ad una strategia diversa, più sottile.
Se Infatti prima il Regno Unito era il cattivo perché stava per collassare nella miseria, adesso sono i cattivi perché l’establishment internazionale teme che la terra di sua maestà, una volta che non sarà più soggetta ai canoni europei, potrebbe trasformarsi in un nuovo paradiso fiscale sul modello di Singapore.
Alcuni ci vedono la possibilità che Londra diventi la figura cardine intermediaria di stazioni internazionali che partono dagli Stati Uniti e arrivano in Europa (e viceversa ovviamente).
Questa ipotesi tuttavia, a differenza delle precedenti è a mio giudizio molto più credibile di quanto non fossero quelle che dipingevano il Regno Unito come a un passo dalla miseria.
Questo perché il nuovo premier Boris Johnson (e questo è un fatto) è da più di un mese al lavoro per studiare la possibilità di creare porti franchi in Gran Bretagna e promuovere così l’economia post brexit.
Tuttavia non voglio dilungarmi nell’analisi di questi scenari ma soltanto porti qualche domanda.
Non trovi strano che il clima mediatico abbia avuto un rovesciamento di fronte tanto repentino?
E se la possibilità che diventi un paradiso fiscale fosse reale?
E in quel caso che scenari si dipanano per coloro che hanno una Limited a Londra?
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