Ciao ragazzi e di nuovo un caldo benvenuto dai vostri Money Lawyers.

Nel caso ancora non ci conosci, noi siamo gli avvocati Fabio Santoro e Oreste Petrillo e abbiamo insieme fondato la SAPE CONS LTD, una società che aiuta imprenditori come te ad internazionalizzare i loro business all’estero in quanto esperti in apertura, gestione e crescita di società Ltd nel Regno Unito e nelle giurisdizioni offshore oltre che in transazioni internazionali.

In questo video analizziamo alcuni casi studio per la giurisdizione britannica.

Naturalmente quando approcci all’internazionalizzazione di un business la prima cosa da fare è valutare la giurisdizione nella quale decidi di prendere sede.

Detto questo però non sempre è facile capire quale giurisdizione è migliore o è peggiore e quindi naturalmente non puoi realisticamente sperare che basti qualcuno su internet che ti dice “Sai io ho fatto così e la cosa funziona” quindi abbiamo pensato di riportarti alcuni casi studio (due per la precisione), uno attinente ad una nostra cliente che ha operato nell’internazionalizzazione del proprio business (naturalmente con eccellenti profitti) ed un altro (anch’esso di grande profitto) che tuttavia è un caso studio un po’ particolare, anche piuttosto simpatico, che ti chiedo naturalmente di valutare in un’ottica peculiare.

Passiamo al caso studio di Maria (naturalmente è un nome fittizio).

Maria è una Self publisher. Il self-publishing, per chi non lo sapesse, è una nuova forma di attivitá che ha preso piede già da alcuni anni a questa parte, pur restando relativamente nuova nell’arco dei business seri (soprattutto dei business telematici) e consiste fondamentalmente nella edizione e pubblicazione in proprio di ebook da far circolare su Amazon, naturalmente approfittando di tutti i tool e di tutta la disponibilità che Amazon mette a disposizione (cosí facendo  si può raggiungere anche una consistente massa di contante mensile). Naturalmente piovono soldi all’interno delle casse di coloro che decidono di intraprendere questo business quindi sappi che è un settore nel quale soprattutto tanti nuovi giovani stanno puntando un gettone per l’avvenire.

Maria risiedeva in Italia ma ha pensato comunque di investire una somma di denaro (che non staremo qui a specificare) per avere una consulenza con noi, in quanto voleva approcciare al mondo del self-publishing su una scala piú ampia e si è rivolta a noi in quanto desiderava poterlo fare nel Regno Unito.

Maria aveva delle grandi difficoltà a pensare a come un’attività del genere avrebbe potuto avere conseguenze fiscali nel lungo raggio, ma sapeva che rimanendo in Italia, tutti i suoi guadagni sarebbero stati decurtati enormemente da un carico fiscale di circa il 67% (annesso a varie problematiche, tra cui partita IVA e quant’altro). 

Naturalmente il primo consiglio dato è stato quello di farlo tramite una Limited perché naturalmente é la tipologia societaria più flessibile che dà modo di usufruire di tutta una serie di vantaggi legati alla burocrazia (a partire dal fatto che è possibile non avere a che fare con il fisco per quasi i primi due anni di attività, cosa che suona bene agli occhi di chi i primi tempi della nuova attività vuole concentrarsi soltanto sulla propria impresa).

Dopodiché, dato che Maria è una ragazza giovane senza particolari legami sul territorio, le abbiamo consigliato di prendere la residenza in UK in modo da abbattere anche i costi fissi (naturalmente il costo fisso è di sicuro più basso se risiedi in loco rispetto a che se devi strutturarti in modo che quel costo fisso ricada su un terzo soggetto).

Dopodiché con il carico fiscale dal al 19% (all’epoca perché adesso da qui a un giorno o due passeremo al 17%) e avendo la possibilità di non aprire Partita Iva, i soldi in entrata erano quasi tutti al netto. 

Volendo fare un piccolo riepilogo, nella anno di attività iniziale, tolto quanto Maria ha dovuto pagare per la nostra consulenza, la cliente in questione ha avuto la possibilità non soltanto di procedere all’apertura dei suoi conti su Kdp e ACX (cosa non possibile per chi risiede in Italia, salvo altre spese) ma ha macinato nel primo anno 84.000,00 GBP di fatturato. Facendo un rapido calcolo al 19% si ottiene £15960 di tasse arrivando quindi a circa £68.000,00 di utile che è entrato in tasca dopo il primo anno di attività (naturalmente seguendo i nostri consigli in termini di riduzione delle spese e riduzione degli sprechi). 

Il piano proposto era piuttosto elaborato, però tenendo conto che è stata una consulenza basata su quattro chiamate da un’ora, parliamo di circa un investimento di 4 ore di tempo per avere questo tipo di fatturato.

Questo tipo di income dà la possibilità di investire in qualche piccola forma di marketing, cosicché le abbiamo suggerito di convertire la Ltd in una Agency perché tramite la cosiddetta Agency aveva la possibilitá di prendere a bordo ulteriori persone che si trovano nella medesima situazione facendo leva sul desiderio delle persone di investire senza dover lasciare il loro comodo posto in Italia. Questa mossa ha prodotto un incremento del fatturato del 50% durante il secondo anno.

Facendo un raffronto con l’Italia (ad una media del 55%, volendo essere buoni)  il risultato sarebbe circa il £46.286 (senza neanche calcolare il fatto che in Italia, sarebbe stato obbligatorio avere una partita IVA poiché su Amazon si è anche editori).

Adesso, c’è bisogno davvero che spieghiamo la differenza che passa tra un aliquota del 55% il 19% (che ad aprile 2020 scenderà al 17%)?

Questo è solo uno dei casi studio ma crediamo di aver chiarito sufficientemente il concetto e quindi passiamo oltre.

Adesso parliamo del caso di Houdini.

Naturalmente anche Houdini come potete immaginare è un nome inventato. 

Questa tuttavia è una situazione abbastanza paradossale perché premetto che Houdini non è un nostro cliente, ma ciononostante ha predisposto anch’egli una serie di strutture societarie internazionali in modo che i soldi che lui guadagna in Italia, li puó dichiarare in un altro paese.

Che cosa fa nella vita? Fa consulenza alle persone (non diremo altro). 

A questo riguardo diamo un’occhiata alla struttura che utilizza (cosa che vale per chiunque operi fondamentalmente nell’ambito della consulenza). 

La consulenza viene fornita per il tramite di una società (chiamiamola societá A) italiana con la quale fattura ai clienti. Probabilmente questa società italiana che fattura ai clienti fa tutto quello che deve fare per azzerare (in altri video e post abbiamo messo in risalto come ció puó accadere – tramite strutture particolari che permettono la partecipazione azionaria di società che posseggono quote di altre società e così via) quindi diciamo che la società A é posseduta, tramite quote azionarie, dalla società B, inglese (di solito é il 100%, qualche volta può essere il 10% o il 20%).  

Quindi la societá A ha la societá B in pancia, come si dice in gergo tecnico. Ora diciamo che  la società B è a sua volta posseduta da una societá C britannica che a sua volta è posseduta dalla societá D (britannica, Maltese o caraibica). 

A quel punto che cosa succede? 

Succede che tutti i profitti che la società A produce (al netto delle spese di varie consulenze, anche extraterritoriali, anche a società esterne, classico escamotage che si usa per abbattere l’imponibile, si chiama over invoicing… naturalmente non è legale ma è anche uno dei reati più difficili a livello pratico da individuare) vanno alla società B e poi in tutte le altre. Questo sistema di scatole cinesi (il cui fatturato viene a sua volta abbassato da altre consulenze ad hoc) serve ad abbattere la tassazione sui dividendi (giá abbastanza bassa).  In questo modo anche quel poco che è possibile detenere si mantiene all’interno delle casse societarie e puó essere speso direttamente dalla società (B,C,D etc) senza dover ricorrere ad altre forme di suddivisione.

A questo proposito premettiamo che lasciare molto denaro in società, da un punto di vista materiale, non è una scelta sempre saggia. 

Quindi se parliamo di un 19% teorico, a livello pratico, risulta essere un 7% – 8% effettivo.

Il rimanente é interamente usufruibile per poter essere a sua volta mandato, per il tramite di conti on-line, carte prepagate, offshore eccetera. 

Naturalmente questi sono casi studio che a te non vengono mai detti perché dirtelo significherebbe metterti in guardia e farti capire degli escamotage di bassa lega.

Queste non sono neanche strutture particolarmente articolate (ti assicuro che sono il minimo sindacale per qualcuno che conosce questo ambiente), anche se legali. E proprio perché tutto questo é legale dovresti sempre tenerlo a mente quando guardi qualcuno che te la mena ogni santo giorno dicendo che la società all’estero non va bene, fa schifo, ti mette nei guai con la legge eccetera. 

Naturalmente restando in Italia tutto questo diventa piú complicato quindi spesso gli imprenditori scelgono di restare nel regime dei minimi.

Il caso studio di Houdini tuttavia è un caso studio per qualcuno che può comunque disporre di una buona liquidità. Perché in generale ti devi affidare a qualcuno che lo faccia per te a meno che tu non sappia giá cosa fare. 

Speriamo, in conclusione, che questi casi studio servano a farti riflettere.

Troverai ulteriore materiale studio gratuito sulla nostra pagina Facebook e canale  YouTube (oltre al blog e altre risorse che troverai sui nostri siti) e ti consigliamo di dargli un’occhiata approfondita cosí da farti un’idea quanto più analitica possibile di quello che è il mercato internazionale e di come potresti usarlo a tuo vantaggio.